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SUDAN - LA PISTA DEI 40 GIORNI, JEBEL UWEINAT E LE FORTEZZE SCONOSCIUTE DEL DESERTO OCCIDENTALE.

Durata: 17 giorni / 16 notti (dall'Italia)
Sistemazioni: confortevoli tende, tavoli e sedie durante i pasti, frigo-congelatore per meglio conservare il cibo
Trasporto: 4x4 (3 passeggeri per veicolo)


Il viaggio:


1° giorno: ITALIA - KHARTOUM
         
Arrivo a Khartoum, capitale situata nel centro-est del Paese sviluppatasi alla confluenza del Nilo azzurro e del Nilo bianco. Fondata nel 1821 è oggi il più importante centro commerciale ed economico del Sudan, numerosi edifici in stile coloniale si affacciano sulle larghe e rettilinee strade: l’agglomerato urbano è esteso e conta oltre 10 milioni di abitanti, comprendendo anche le città satellite di Omdurman e Khartoum North.

Dal 2° al 3° giorno: KHARTOUM - DONGOLA - DESERTO OCCIDENTALE

Partenza in direzione nord verso Tam Tam, dove svetta, nel bel mezzo di uno dei deserti più aridi e inospitali del Sudan, una moschea dalla cupola verde con il suo minareto. Percorriamo il nastro di asfalto per raggiungere velocemente Dongola, capitale della regione del Nord. Ultimi rifornimenti prima di inoltrarci nel Deserto Occidentale, ovvero il deserto situato ad Ovest del Nilo ed ad Est del Massiccio Ciadiano dell’Ennedi: la punta di un imbuto chiamato Deserto libico che abbraccia la Libia e l’Egitto per finire tra i grandi Wadi del Sahel Sudanese.

Dal 4° al 6° giorno: OASI DI ARBAIN - BURG EL TUYUR

Percorriamo tratti dell’antica via del commercio “Darb El Arba-in” - meglio conosciuta come “la pista dei 40 giorni”- che  collegava Darfur, Waddai e Kordofan con l’oasi di Kharga in Egitto. La nostra prima tappa è all’oasi di Arbain, seguendo come in una via immaginaria questa antichissima pista, oggi abbandonata, ma utilizzata a scopo commerciale fin dal III° millennio A.C. e poi in modo intensivo in epoca romana. Solo tre pozzi segnano il suo percorso nel deserto: Bir Natrun, Laqya Al-Arbain e Selima, ed  è proprio quello dell’oasi di Arba’in da cui deriva il nome; quaranta giorni di marcia con la carovana di cammelli per raggiungere l’oasi in Egitto. Seconda tappa a Burg El Tuyur, roccia solitaria nel mezzo del deserto, punto di riferimento per le spedizioni che si susseguirono nel corso degli anni Trenta in direzione sia di Selima che di Jebel Uweinat. Famosa la foto con il Maggiore Ralfh Bagnold, uno tra i maggiori esploratori che, unitamente a Clayton, Penderel e il conte ungherese Làszlò E. Almasy (le cui vicende sono romanzate nel film il paziente inglese), cercarono la mitica oasi di Zerzura. La ricerca appassionò viaggiatori ed esploratori tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, e tutt’ora prosegue...  

Dal 7° al 8° giorno: JEBEL UWEINAT

Dune a barcana, formazioni rocciose e grandi distese di sabbia ci accompagnano nel percorso di raggiungimento del Jebel Uweynat. Questa montagna si trova infatti nel punto di incontro di tre Stati ed è raggiungibile da tre rispettive direzioni: da nord-est attraverso  il Gran Mare di Sabbia per la parte egiziana, da nord-ovest e l’Oasi di Kufra per chi arriva dalla Libia e da sud-est tramite i deserti sudanesi. Il grande massiccio montuoso, che si innalza fino a 1934 mt. fu esplorato nel 1923 dal principe e diplomatico Hassanein Bay che per primo anche scoprì e documentò le pitture e incisioni rupestri che si trovano nella rocce in arenaria della regione orientale, il Karkur Talh e il Karkur Murr. Sono presenti cinque punti di acqua potabile, gli unici nel raggio di centinaia di chilometri e poiché negli ultimi 5000 anni le condizioni climatiche non sono cambiate, si presume l’importanza di questo punto di ristoro nel corso dei millenni. 

Dal 9° al 10° giorno: OASI DI SELIMA

Attraverso un erg di dune a barcana e le splendide aree desertiche del Grand Selima Sand Sheet arriviamo all’oasi di Selima, un tempo importante nodo carovaniero e punto di ristoro non solo per l’antica via carovaniera “Darb El Arba'in” ma anche per un'altra antica via cammelliera Dar El Galaba: Dongola – Selima – Al Shab, alternativa alla mitica pista “dei quaranta giorni” per le carovane che risalivano dal Kordofan lungo Wadi El Milk. Gli europei  arrivarono in quest’oasi nel 1698. Oggi posto militare: controllo di frontiera e del recente fenomeno dei cercatori d’oro.

Dal 11° al 13° giorno: IL NILO - I TEMPLI - I NUBIANI  - LA FORTEZZA “GALA EL SHEIK”

Il nostro viaggio prosegue verso Sud/Est per raggiungere il fiume Nilo. Oggi si possono incontrare carovane il cui tragitto, risalendo prima Wadi El Milk, costeggia poi il Nilo per raggiungere la frontiera egiziana. Gli antichi templi di Soleb e Seddenga lungo il Nilo settentrionale del Sudan e gli autentici villaggi nubiani ci portano indietro nel tempo facendoci vivere magici momenti a contatto con la cultura nubiana. L’ospitalità è ancora oggi unica nella sua autenticità. Ci si inoltra nuovamente nel deserto e un antico ramo del Nilo, oggi fiume sotterraneo, dà vita alle molteplici e piccole oasi del Deserto Occidentale. Scopriremo gli angoli più remoti di questo deserto incontrando i Nubiani, popolo con i veri valori dell’ospitalità. Antichi utensili di lavoro in prossimità delle depressioni testimoniano un’ importante vita fluviale. Una piccola montagna rocciosa ospita sulla sua sommità un antica fortezza: “Gala El Sheik” dal nome del geologo che ne studiò recentemente le origini. Datata intorno al 400 a.C. per le incisioni ivi ritrovate in scrittura demotica, domina a 360 gradi il paesaggio circostante ed è stata ipotizzata come roccaforte militare. 


Dal 14° al 15° giorno: WADI HOWAR - LA FORTEZZA “GALA ABU AMED” - WADI EL MILK

Continuiamo la nostra traversata: l’antico villaggio di Matassi mantiene con le sue piccole mura della strada principale, la pianta di questa ricca oasi del passato e punto importante nella confluenza delle carovane. Poco più a Sud scorre il letto asciutto del Wadi Howar, il più grande degli antichi affluenti del Nilo. Si stima che questo antichissimo fiume si sia prosciugato da 3.000 a 5.000 anni fa a causa della riduzione delle piogge e del conseguente insabbiamento (stessa sorte  toccata al Wadi Al Milk): chiamato dagli archeologi il “Nilo giallo” per via della grande portata d’acqua, nasceva in Tchad, dal massiccio di Kapka, e confluiva nel Nilo, scorrendo da ovest a est, attraverso il Nord del Darfur dove l’enorme falda acquifera alimenta ancor oggi i pozzi e permette la vita delle acacie che si trovano nella zona. A testimonianza della presenza umana in epoche antiche, una missione tedesca con a capo Samir Lama ha scoperto nel Lower Wadi Howar la fortezza “Gala Abu Hamed” dotata di grandi mura di cinta (120 x 200 metri), oggi in gran parte insabbiate, datata intorno al 200 A.C. Una vasta zona (grande quasi due volte l’Italia) poco conosciuta del Sahara, proprio per questo capace di riservare emozionanti passaggi: le pianure sabbiose si estendono all’infinito, intervallate da piccoli erg di dune a barcana e da isolati pinnacoli di roccia, puntellati qua e là da una sporadica vegetazione e dove è possibile scoprire le tracce dei piccoli animali che vi abitano. Il Wadi Al Milk o Wadi Al Malek ancora oggi nella stagione delle piogge inonda con le sue acque l’antico letto, per prosciugarsi però in pochissimi giorni. Nelle vicinanze dei pozzi talvolta si incontrano le genti Bisharin, appartenenti all’etnia Beja, nomadi che si spostano in tutto il territorio del Sudan alla ricerca dei migliori pascoli per le mandrie di dromedari e le greggi di ovini, la loro ricchezza. 

16° giorno: KHARTOUM

Il nostro viaggio è sulla via del ritorno. Arrivo a Khartoum, sistemazione in albergo. 
Al tramonto, visita facoltativa alla “Dervish Dance” di Omdurman e in tarda serata trasferimento in aeroporto.


17° giorno: KHARTOUM - ITALIA

Volo di rientro in Italia. L’arrivo è previsto in mattinata.


Galleria fotografica: