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NIGER: IL FESTIVAL TUAREG DI IFEROUANE 2022 E IL MASSICCIO DEL TERMIT.

Durata: 18 giorni (dall'Italia) / 16 notti (in loco)
Sistemazioni: Hotel e campi nel deserto
Trasporto: 4 x 4 fuoristrada (3 passeggeri per auto + autista)


Il viaggio:


1° giorno: VOLO ITALIA - NIAMEY

Arrivo all’aeroporto di Niamey e accoglienza da nostro personale parlante francese. Sistemazione in Hotel in BB. Cena libera

2° giorno: VOLO NIAMEY - AGADEZ

Trasferimento in volo da Niamey ad Agadez. All’arrivo incontro con Michele Dutto.
La città di Agadez, capitale dell’Aïr conosciuta come “la porta del deserto”, fu fondata circa nel 1300. Dal 1449 divenne un sultanato ed ancora oggi questa figura dirige le varie controversie e questioni sottoposte al suo ordine.
Le tribù Tuareg furono sedentarizzate nella città che divenne il loro centro più importante nonché crocevia del centro carovaniero e punto d’incontro tra le genti nomadi sahariane: i Tuareg dell’Aïr, i Tubu del Kaouar, le popolazioni sedentarie nere haussa, che un tempo abitavano l’Aïr e attualmente sono stanziate nella savana a sud. Il centro cittadino, Patrimonio Unesco, ha mantenuto inalterato il suo fascino, con vari edifici interamente costruiti in mattoni di fango, tra cui il Palazzo del Sultano e la moschea fondata dal Sultano Yunus nel XV° secolo, con il minareto di forma piramidale allungata alto 27 metri, le cui pareti sono irte di grandi pioli, in perfetto “stile sudanese” (si narra che i pioli abbiano la capacità di allontanare i djennun, cioè gli spiriti maligni o benigni).
Nella città vecchia le case sono tutte costruite in banco, impasto di argilla, sterco e paglia, con facciate talora decorate con motivi geometrici, talora dipinte. Negli anni ’80 Agadez era un centro per turisti e visitatori da tutto il mondo: erano gli anni della Parigi-Dakar e Bernardo Bertolucci la scelse per girare alcune scene del film il Tè nel Deserto: il suo fascino è rimasto inalterato nel tempo e girare per il mercato immersi negli odori di spezie e profumi o nelle strette viuzze riporta indietro nel tempo. Sistemazione in Hotel in BB. Pranzo e cena liberi.

3° giorno: verso IFEROUANE

In mattinata, percorrendo la mitica transahariana in direzione nord, seguiamo “la strada dell’uranio” che costeggia il versante ovest dell’Aïr e che termina ad Arlit -a 250 km da Agadez- dove si trova una delle più grandi miniere di uranio al mondo, che fornisce alla Francia più del 30% del fabbisogno nazionale.

Lasciamo la strada principale per inoltrarci tra le montagne del massiccio dell’Aïr, l’ultimo bastione prima del “deserto dei deserti” per raggiungere l’oasi di Iferoaune. Queste montagne, uno dei pochi punti dove si può trovare acqua assieme al Djado ed alle oasi del Sud (Fachi, Seguedine, Bilma, Zoo Baba), sono la tradizionale regione dei Tuareg della tribù dei Kel Aïr.

I Tuareg costituiscono tra le genti sahariane un gruppo etnico omogeneo, organizzato in una società rigidamente strutturata per tribù (kel) e per classi sociali, monogami, si caratterizzano per la linea di discendenza matrilineare. In Niger si distinguono in tre grandi tribù: i kel Air, al centro, pastori, agricoltori e commercianti carovanieri largamente sedentari stanziati nel massiccio omonimo, i kel Azauak, ad ovest, quasi esclusivamente pastori e transumanti lungo il letto di questo grande ued oggi fossile ed i kel Gress, a sud, pastori ed agricoltori totalmente sedentari. Pranzo a pic-nic lungo il percorso. Cena e sistemazione al campo.

4° e 5° giorno: FESTIVAL IFEROUANE

Il Festival D’Iférouane o Festival dell’Aïr si svolge ogni anno nell’oasi di Iferouane, ai piedi del monte Tamgak. Il Festival nato nel 2001 per attirare l’attenzione sulla regione e promuoverne il patrimonio, raccoglie in un importante momento di scambi ed incontri tutte le popolazioni nomadi del Niger ma anche del nord del Mali e dall’Algeria meridionale fino alla Mauritania.

Considerato il più grande festival Tuareg, viene celebrato nell’oasi di Iferouane, circa 200 km a nord di Agadez, per magnificarne la cultura e le tradizioni: nella vasta area pianeggiante poco lontana dal villaggio confluiscono fin dal mattino donne elegantemente adornate, famiglie, bambini, artigiani ed ambulanti che vendono merci di ogni genere: tessuti, monili, pelli e le croci, in particolare quella di Agadez che si dice scacci gli spiriti maligni del deserto. Gli uomini blu portano fieri il loro taguelmoust, il turbante che copre il loro volto quasi interamente e talvolta tra i vari adornamenti spuntano i gris gris, i portafortuna fatti dal marabutto del villaggio contenenti i versetti del Corano. Talvolta si scorgono intenti alla preparazione del tè: lo versano dalla teiera molte volte e da una posizione alta in modo da farlo ossigenare, il primo bicchiere è forte come la vita, il secondo dolce come l’amore ed il terzo soave come la morte.

Gli spazi si riempiono delle risate delle genti, delle urla dei bambini e dai canti allegri delle donne. Durante i tre giorni di manifestazione sono programmate numerose competizioni come il concorso per il miglior suonatore di Tendé (uno strumento a percussione tradizionale Tuareg solitamente usato dalle donne) oppure di Imzad (il violino a una corda che accompagna le mani della suonatrice e il canto poetico dell’uomo che parla d’amore e d’onore), il miglior ballerino, gli abiti tradizionali più belli o concorsi di bellezza. Gli interventi degli esponenti politici si intervallano con concorsi canori, lettura di poesie, mostre di artigianato manifestazioni musicali e la gara più popolare ed attesa: la corsa a dorso di cammello -fedele compagno del Tuareg- il cui vincitore sarà nominato la personalità dell’anno nella regione. Pranzi a pic-nic, cene e sistemazioni al campo.

6° giorno: ADRAR CHIRIET - MONTAGNE BLU

Lasciamo l’oasi ed i monti dell’Aïr, per incontrare nel nostro viaggio gli altri complessi rocciosi o adrar, piccoli monti isolati, scarpate o falesie che si trovano ai bordi del Ténéré e che frequentemente nel lontano passato hanno attratto insediamenti umani.
Ed ecco in un susseguirsi di panorami mozzafiato spuntare come uno scoglio tra onde di sabbia l’Adrar Chiriet, un bastione di granito nero dal diametro di una decina di chilometri la cui cima più alta culmina a 1.400 m: vederlo dalle vicine dune multicolori regala l’immagine dell’imponente forza della natura ma avvicinarsi a questo gruppo di montagne di origine vulcanica eroso dai venti di sabbia da millenni, esprime qualcosa di grandioso e primordiale. 

Le montagnes bleus sono una catena montuosa facente parte della Riserva Nazionale Naturale di Aïr e del Ténéré (Patrimonio UNESCO) e raggiungono i 900 mt: le venature di marmo bianco e blu (simile al nostro marmo cipollino) conferiscono alle formazioni circostanti questo suggestivo colore. Tutto attorno nei paleosuoli, ritrovamenti di lamelle-raschiatoio o lamelle denticolate, immanicate e usate per recidere, hanno fatto pensare ad una qualche attività di raccolta connessa ad abitati stagionali o permanenti. Pranzo a pic-nic lungo il percorso. Cena e sistemazione al campo.

7° e 8° giorno: DESERTO DEL TÉNÉRÉ - BILMA

Passiamo ora nel cuore del Sahara attraversando l’antico “lago” del Ténéré, incuneato tra l’Aïr e l’Hoggar e proprio al centro del subcontinente, per raggiungere più a Ovest, la Faleise de Kawar.
Il Ténéré è soltanto deserto: se “Sahara” vuol dire “il deserto”, Ténéré è in berbero il “deserto totale”, “assoluto”: la sua piattezza sconcertante a prima vista fa proprio pensare al fondo di un antico lago. La sua esplorazione, cominciata con il tedesco Henri Barth nel 1849 e continuata con Lhote, Berliet ed altri, ha riconosciuto che il Ténéré è un grande bacino confluente nella zona occupata dal lago Ciad e che anticamente era percorso dall’oued Tafassasset che prendeva vita tra il bordo settentrionale dell’Hoggar e l’altopiano del Tassili n’Ajjèr, quindi costeggiava l’Erg d’Admer, ne riceveva affluenti tassiliani, e attraversava da nord a sud il Ténéré contornando a est il massiccio dell’Aïr e passando per la zona del Termit.

Il suo diametro è grande quanto l’Italia ma la sua forma ellittica lo rende molto più esteso (circa 400.000 km2); completamente disabitato, vede la sola presenza sporadica di berberi Touareg dei gruppi asaben nell’ovest (Azbine è un altro nome dell’Aïr) e Kaouar (o Kawar) nella zona di Bilma. Il clima è secco ed iper-arido, le temperature superano i 40° per buona parte dell’anno e le scarsissime (quando non assenti) precipitazioni annuali sono tra le più basse mai osservate sulla Terra. I paleosuoli, nascosti talvolta sotto gli attuali sedimenti eolici, comprendono vestigia di insediamenti neolitici, paleolitici di enorme valore. Proseguiamo fino a costeggiare la Falesia rocciosa di Kawar, un altopiano che si estende nel Nord-Est del Niger per circa 150 km da Sud a Nord fino ai piedi del Tassili. Nella lunghezza si trovano molte oasi in quanto la sua altezza (circa 100 metri) le protegge dai venti orientali, che ci sbattono contro. La fascia del Kawar non solo era punto di contatto tra la civiltà del Sahel e quella del Mediterraneo con la via delle grandi carovane che dal Bornu (Ciad) arrivavano al Fezzan, in Libia, ma anche rappresenta l’area di contatto tra i due popoli sahariani Tuareg e Tebu: grazie alla presenza del sale nelle oasi di Fachi e Bilma in particolare, esistevano scambi complessi per cui il dattero dell’Aïr o del Tibesti trasformato in sale permetteva l’acquisto del miglio nei mercati del sud. Era su questo commercio triangolare che si basava l’economia di queste popolazioni.

Arrivo a Bilma, antichissima oasi conosciuta per le sue saline, piccoli crateri scavati nella terra, ciascuno con dei colori insolitamente vivaci che variano dal rosso porpora al giallo ocra: qui il sale si cristallizza alla superficie. Le saline sono di proprietà delle famiglie che abitano a Bilma e che ogni giorno, nel periodo novembre e dicembre, si recano nel loro appezzamento per estrarlo e per prepararlo alla vendita, anche stoccandolo per le carovane che partono nei mesi successivi. Il sale estratto é sminuzzato e prodotto in piccoli pani o in forme conoidali (con tanto di “marchio” del produttore) e viene venduto o barattato alle carovane; in piccolissima parte viene prodotto anche il sale bianco, per uso alimentare umano, che impiega circa un mese per rifarsi e che viene messo in sacchi.

I cammelli uno ad uno vengono fatti accucciare in modo che non possano muoversi mentre il prezioso carico viene legato alla loro imbragatura .. bramiterano rumorosi ma poi si rialzano e sono obbedienti al loro padrone. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.

9° e 10° giorno: ZOO BABA - DIBELLA

Riprendiamo le piste sabbiose dell’Erg di Bilma le cui grandi dune sono disposte in cordoni orientati sud-ovest, nord-est tra i quali si deve scivolare per trovare il passaggio e tra fantastici e immaginari paesaggi si arriva all’oasi di Zoo Baba: alcune palme, delle zeribe, qualche nomade con il suo cammello, e poi l’oasi di Dibella, ora abbandonata. Luoghi frequentati fin dai tempi più antichi, dove il vento sovente riporta alla luce scoprendoli frammenti di vasi decorati (le cui ceramiche dimostrano affinità con l’oriente ciadiano), macine ed accette. Anticamente questa era una zona lacustre: a Dibella ci sono evidenze di due formazioni lacustri di epoche successive (circa 9.700 e 7.800 anni) con una profondità di 36 m, ed a Zoo Baba con una profondità di 25 m, la cosa interessante è che nonostante le due depressioni distino solo una settantina di km tra loro, Zoo Baba era un lago d’acqua dolce mentre Dibella di acqua salmastra con grandi fluttuazioni di salinità. Momento di pausa prima di riprendere il cammino verso il Termit distante circa 240 km: l’orientamento nord-est sud-ovest dei cordoni dunari favorisce l’accesso al massiccio del Termit che si trova esattamente in questa direzione rispetto a Dibella. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.

11°, 12° e 13° giorno: GOSSO LOLOM BO - TERMIT NORD e SUD

Alla fine dei cordoni dunari spunta all’orizzonte tra le sabbie Gosso Lolom Bo, un vulcano spento che raggiunge un’ altezza di 589 m., importante punto di riferimento nel Ténéré per i nomadi. Quest’area settentrionale -delimitata dal deserto del Ténéré e chiamata Gossololom- spunta dal circostante mare di sabbia come isole di origine vulcanica.

Mentre la parte sud, ovvero il massiccio del Termit, è di arenaria erosa e di colore scuro ed è delimitata da una zona di transizione tra deserto e savana del Sahel ed offre uno spettacolo indimenticabile ai pochi privilegiati viaggiatori che lo vedono: laghetti di ceneri vulcaniche, rupi di basalti neri, collinette di lapilli caduti sopra i reperti neolitici abbandonati migliaia di anni ora sono.

Il massiccio del Termit (o semplicemente il Termit) è una regione montuosa del Niger sud- orientale di altezza variabile tra i 350 ed i 700 m di altitudine. Questo piccolo massiccio nel passato pleistocenico e oleocenico ha partecipato ai fatti paleoambientali del Sahara ed ha visto interessanti manifestazioni culturali. Ai suoi piedi è esistito a più riprese uno degli antichi laghi del Ténéré, identico a quelli che si formarono intorno ai rilievi isolati di Agadem, Bilma, Fachi e dell’Adrar Bous, ed ha visto il suo massimo lacustre circa 7.000 anni fa. Ma prima ancora, nel Pleistocene, il Termit di 40.000 anni fa, aveva avuto un grande lago precursore di quest’ultimo: uno specchio d’acqua ricco di vegetazione acquatica, di molluschi, pesci e selvaggina, intorno al quale ruotavano i cacciatori- raccoglitori ateriani.

L’Erg Hausa che circonda il Termit a sud-ovest è un prolungamento saheliano dell’Erg di Fachi e di Bilma, unito a questo costituisce un campo di dune lungo più di 1200 km, fra i più grandi del mondo. Gli studi fatti dicono che le sabbie di tutto questo immane erg sono formate di tre componenti fondamentali: le eoliche alloctone, in cui il diametro dei granuli decresce secondo la direzione del vento, quelle a granuli spigolosi lucenti, legate alla disgregazione essenzialmente locale di arenarie grossolane (es. del Cretaceo) e le sabbie fluviali, a granuli smussati, portate dai grandi fiumi scomparsi: si tratta del letto asciutto del Dilia, un tronco dell’antico oued Tafassasset che dopo il Termit piegava verso sud-est e proseguiva fino a gettarsi nel paleo-Ciad.

Ad est il deserto di Tin Toumma -diventato assieme al Termit la Riserva Nazionale di Termit e Tin Toumma- che copre un’area di 97.000 km2. La Riserva, che in parte si trova anche nel bacino del lago Ciad, è stata istituita nel 2012 ed è divenuta Patrimonio Unesco con un importantissimo patrimonio faunistico di specie in via d’estinzione, tra cui spiccano l’antilope Addax (antilope dalle corna a vite), la gazzella dama ed il ghepardo sahariano. Non si trovano villaggi permanenti ma l’area è un crocevia di culture: pastori nomadi Tebu, Tuareg, Peul, arabi,..: nella zona del Termit le popolazioni nomadi del Sud sahariano del Sahel si spingono fino al massiccio seguendo le piogge che sporadicamente coprono tutta la zona sud teneariana per allevare i cammelli prima destinati alle carovane e poi venduti seguendo le rotte verso Libia e Algeria. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.

14° e 15° giorno: ZINDER

Lasciamo il massiccio del Termit, le dune scompaiono lentamente ed il paesaggio si fà sempre più saheliano: i pozzi diventano più frequenti e la vegetazione si infittisce con la tipica “brusse” arbustiva (baobab, tamarindi, palme dum,..), il clima sahariano lascia posto a quello che permette l’allevamento e poi la coltura senza pioggia. Ritroviamo il sud sahel, le sue popolazioni, i suoi greggi, i suoi villaggi animati !

Dirigiamo verso sud per raggiungere -il giorno successivo- l’antica capitale del grande regno di Hausa di Damagaram: Zinder, la cui origine risale al XVIII secolo. Posta all’incrocio delle vie che collegano il Sahara alla Nigeria e a Niamey ed il fiume Niger alla regione del lago Ciad, Zinder è un punto d’incontro tra i nomadi del nord, i commercianti del sud, gli Haussa agricoltori ed i Kanuri dell’est. Scacciati dai Tuareg, i Kanuri del reame di Bornu, la cui autorità si estendeva sui territori attuali del Niger e del Ciad, vennero a rifugiarsi nelle montagne a nord di Zinder e fondarono nel 1736 la dinastia del Damagaram. Trasformato in un importante centro del commercio transahariano, fu al culmine del proprio splendore a metà ottocento ed ancora oggi è la seconda città più grande del Niger. La città è divisa in tre parti: a nord il Quartiere Zengou o Zango, il vecchio sobborgo Tuareg con edifici commerciali e case costruite con i mattoni di fango, a sud il pittoresco Quartiere Birni, la vecchia città Hausa, un intricato labirinto di stradine e antiche case dipinte con coloratissimi motivi geometrici che ospita la Grande Moschea ed il Palazzo del Sultano di Zinder. Nel mezzo Sabon Gari, noto per il suo grande e colorato mercato. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cena al campo il 14° giorno e sistemazione in un modesto hotel il 15° giorno. Cena esclusa.

16° e 17° giorno: MARADI - BIRNI N’KONNI - NIAMEY

Trasferimento in auto, sosta a Birni N’Konni, e proseguimento per Niamey.
Arrivo nel pomeriggio del giorno 26 in Niamey, camera a disposizione e partenza per l’aeroporto in tempo utile per il volo di rientro.
16° giorno: pranzo a pic nic, pernottamento a Birni N’Konni in un modesto hotel. Cena esclusa.
17° giorno: pranzo e cena liberi, camera a disposizione in Hotel a Niamey.

18° giorno: ITALIA

Arrivo in giornata in Italia.


Per ragioni organizzative l'itinerario potrà essere modificato o effettuato in senso inverso. Se la situazione lo rendesse necessario, altri cambiamenti potranno essere apportati in loco dalla nostra guida. La presenza della scorta militare potrebbe creare ritardi o modifiche al viaggio. Il viaggio permette l’adesione solo a viaggiatori esperti.


2023 - QUOTAZIONE INDIVIDUALE IN DOPPIA: ....non ancora disponibile.....

            € ...... minimo 10 partecipanti

         - Supplemento Camera Singola:  € .......



Nessuna tassa d'iscrizione

Nessun supplemento per la tenda singola

Forniamo gratuitamente la tenda singola per chi condivide la camera doppia



La quotazione comprende:

Accoglienza allaeroporto di Niamey dal personale parlante francese

Accoglienza all'aeroporto di Agadez da Michele Dutto

Trasferimenti da e per gli aeroporti

Trasferimento da Zinder a Niamey

Sistemazioni in Hotel a Niamey in BB il 1° giorno e in Day Use il 17° giorno (pranzi e cene escluse)

Sistemazioni in Hotel ad Agadez in BB il 2° giorno, a Zinder in BB il 15° giorno e a Birni N'Koni in BB il 16° giorno (tutti i pranzi e le cene sono escluse)

Veicoli fuoristrada durante il tour da Agadez a Zinder (3 passeggeri + autista su ogni vettura)

Trattamento di pensione completa durante tutta la spedizione nel deserto da Agadez a Zinder, ad eccezione dei pranzi e le cene ad Agadez, Zinder, Birni N'Koni e Niamey.

Tutto il materiale da campeggio, eccetto il sacco a pelo, gli asciugamani e il cuscino

La scorta della Garde Nationale

Permessi per viaggiare

Guida italiana (Michele Dutto) durante tutto il tour da Agadez a Zinder

Assistenza con personale parlante francese a Niamey.



La quotazione NON comprende:

I voli internazionali e le tasse aeroportuali (totale circa € .....)

Il volo nazionale Niamey-Agadez (totale circa .....)

Tutti i pranzi e le cene a Agadez, Zinder, Birni N'Koni e Niamey

Gli ingressi e le visite alle aree protette e ai siti archeologici

Tutte le bevande

Mance per guide, autisti, staff e hotels

Visto dingresso (circa Euro .... + spese di agenzia).

Assicurazione sanitaria (obbligatoria) e annullamento viaggio (facoltativa)

quanto non espressamente citato ne la quota comprende



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