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NAMIBIA: KAOKOLAND ADVENTURE

Durata: 14 giorni / 13 notti (in loco)
Sistemazioni: campeggio, guesthouses
Trasporto: 4x4


Il viaggio:


1° e 2° giorno: ARRIVO A WINDHOEK - ETOSHA NATIONAL PARK 

Arrivo all’aeroporto internazionale di Windhoek di prima mattina, incontro con la guida e partenza immediata in direzione nord. Nel primo pomeriggio si raggiunge l'Etosha National Park, una delle prime aree al mondo dedicate alla conservazione naturale, un vero scrigno di biodiversità animale e vegetale di ben 22.270 chilometri quadrati (l'estensione del Piemonte) dove la fitta macchia si alterna a grandi pianure aperte, popolate da branchi di animali che vagano liberi. Pomeriggio dedicato al fotosafari. Il giorni seguenti sono interamente dedicati al fotosafari all’interno del parco, il cui cuore è rappresentato dal pan, un'estesa depressione dal colore bianco-argenteo, che nei periodi di pioggia si riempie d'acqua, di solito profonda non più di un metro, paradiso per grandi quantità di uccelli acquatici che qui vengono a nutrirsi e a riprodursi. Le sorgenti perenni, ai bordi del pan, attraggono grandi concentrazioni di uccelli e selvaggina durante i secchi mesi invernali. Si possono facilmente avvistare zebre, giraffe, elefanti, struzzi, gnu, leoni; ci sono anche ghepardi e leopardi, e varie specie di antilopi. Il kudu, dalle splendide  corna e luminosi occhi scuri. La più grande antilope, l'eland, e la più piccola, la Damara Dik-Dik. Ci sono antilopi duiker, iene ed il bellissimo orice (Oryx Gazella) con le lunghe corna simmetriche e nette macchie bianche e nere sul muso e sulle zampe. La vita degli uccelli è prolifica, sono state registrate 325 specie. Pernottamenti in campeggio all’interno del parco. 

3° giorno: ETOSHA NATIONAL PARK - KAOKOLAND 

Ancora un fotosafari all'interno del parco prima di partire verso il Kaokoland. Uscita dal parco e percorso su asfalto in direzione di Opuwo, capoluogo del Kaokoland. Arrivo e sistemazione in campeggio per la cena ed il pernottamento.

4° giorno: KAOKOLAND,  EPUPA FALLS 

Dopo colazione, partenza per le Epupa Falls. La pista si insinua tra le selvagge montagne. Lungo il percorso, svariate sono le occasioni d'incontro con l'etnia Himba. Questo popolo ha un'economia quasi soltanto di sussistenza: con la vendita di qualche capo di bestiame si procurano gli alimenti che non producono e qualche lusso, come il the ed il tabacco. Per il resto fanno tutto con le loro mani e le risorse ancestrali: gli animali domestici e la vegetazione spontanea. Le abitazioni coniche costruite con rami sigillati con argilla, le recinzione fatte con intrecci di rami di spinose acacie, gli attrezzi per la preparazione del cibo: tutto è come secoli fa. Le donne si spalmano il corpo con argilla impastata e grasso animale, si coprono solo il bacino con una gonnellina di pelli di capra e indossano originali monili dalla testa ai piedi. Quando gli altri Bantu di lingua herero migrarono verso il centro della Namibia, gli Himba se ne restarono al nord, in un'area di difficile accesso, continuando a praticare la pastorizia seminomade. Nel corso delle visite ai villaggi, si avrà modo di scoprire le forti tradizioni culturali di questo fiero e mite popolo, così come i secoli le hanno tramandate. Si arriva al grandioso scenario delle Epupa Falls. Il fiume Kunene, diviso in più rami, precipita con salti verticali dentro alle strettissime gole, sollevando immense nubi di spruzzi. Baobab giganteschi, dalla corteccia del colore della roccia, sporgono dai dirupi. Qualche babbuino si esibisce sui loro rami, dondolandosi sull'abisso. Passeggiate lungo il punto panoramico consentono di avere una spettacolare vista sulle cascate Epupa: al di là del fiume, l'inesplorata Angola. Cena e pernottamento al campo.

Dal 5° al 7° giorno: KAOKOLAND, VAN Z'YL PASS - MARIENFLUSS - ORUPEMBE

Si lasciano le piste più battute. La foresta di latifoglie si fa più intricata e l’altimetro sfiora i 2000 metri. Nella bruma dell’alba sbucano come fantasmi tra i tronchi contorti degli alberi le figure scure degli Himba delle montagne. Etnia antica, neri di ceppo Bantu ed anticamente appartenenti al nucleo delle tribù Herero, scese nel 1600 in questa paese dal centro Africa. Pastori ed esploratori, padroni del mistero della fusione del ferro, scesero qui e furono dominatori su chi qui prima di loro viveva, i Nama ed i San…E proprio in virtù delle aspre lotte con i Nama alcuni gruppi ristretti di Herero vennero isolati sulle montagne e per scampare al massacro salirono sempre più verso terre aspre isolandosi dalla tribù originaria e dando, per puro caso, vita ad una sottocultura nuova, differente da quella da cui derivavano: e nacquero gli Himba, i “mendicanti”, privati di tutto dalla guerra e rinati con nuove usanze e nuovi costumi. Spuntano dalla foresta, le donne prima di tutti, coperte solamente di un drappo di pelle malconciata avvolto sulle spalle, i corpi nudi resi lividi dall’aria gelida del mattino invernale. Ci si ferma nei loro villaggi per percepire il sapore arcaico, il senso di preistoria che ancora sopravvive in questo sperduto angolo di montagne del Kaokoveld namibiano…e si riparte. La pista è ormai una mulattiera stretta tra bosco a monte e dirupo a valle. Un primo colle, a più di 2000 metri, dà respiro: i verdi prati di Otjtanda e la sua pompa dell’acqua sono un toccasana ed un punto di riferimento in questa regione arida. Si monta il campo sotto alberi secolari, mentre poco distante i focolari dei pastori himba colorano la montagna di lingue di luce fioca. In pochi attimi la legna arde, i bracieri sono occhi accesi nel buio, ed il fumo libera nell’aria l’aroma invitante delle carni alla brace. Il giorno seguente, si valica il Van Z'yl Pass, uno dei piu’ temuti passi d’Africa Australe.  Su un plateau che dona respiro, la vista sulla valle sottostante riempie di emozione: si affronta la discesa del passo, con il muso dell’auto talmente puntato verso il basso che si ha l’impressione di capottarsi. Eppure i bestioni stracarichi scendono senza incertezze e finalmente le ruote toccano la pianura del fondovalle. Si prosegue a tutto nord ovest: siamo nel Vallone di Marienfluss, uno dei luoghi più selvaggi d’Africa. La pista si snoda lungo una piana di erbe alte ingiallite dall’inverno, un mare di steli color dell’oro che ricopre la valle, interrotto solamente dalle rotaie di sabbia rosso scuro.  Si entra nella savana, branchi di orici qua e là, si alternano a gruppi di zebre di montagna. Si arriva in cima alla vallata per ritrovare il  grande fiume Kunene, gonfio di acque verdi, zeppe di coccodrilli. In questo angolo di paradiso, sotto gli Ana Tree, si monta il campo per la cena ed il pernottamento. La mattina successiva si prosegue nuovamente verso sud, ripercorrendo il vallone di Marienfluss e, lasciando il bivio per il Van Z'Yl a nord, ci si infila in un vallone laterale, più stretto e pietroso: si entra nel Kaokoveld meridionale e ci spinge veloci verso una delle perle della zona: il canyon di Purros. La guida  ha alcuni riferimenti importanti, primo tra tutti il Red Drum, il Bidone Rosso. Si tratta di un vero e proprio fusto da 200 litri, vuoto, dipinto di rosso brillante. Ve ne sono diversi, nell’area, di svariati colori: arancione, blu…Sono vestigia dell’occupazione sudafricana, ed un tempo erano posti militari avanzati, vere teste di ponte in territorio nemico, nel corso della lunga e sanguinosa guerra con i ribelli della SWAPO, che portò, nel 1990, all'autonomia della Namibia. Arrivo a Purros e ci si addentra nel letto del fiume che cinge il villaggio da ovest, penetrando nel suo canyon selvaggio.  E poi via, lungo il corso d’acqua tra pareti precipiti, in cui il cielo è uno spicchio azzurro lontano, uno squarcio tra duomi di roccia nera. Tracce di leoni sul greto del fiume. E' qui che vive lo schivo "elefante del deserto"; inizia la ricerca... Il contatto con la potenza della Natura qui è allo stato puro.  Si risale lungo il canyon, a cercare un’area protetta per allestire il  campo.  Nella notte, frequenti sono i barriti dell'elefante ed il lamento profondo del leone risuona come un’eco tra le pareti del canyon.

8°, 9° e 10° giorno: DAMARALAND - SWAKOPMUND

Si riparte a perdifiato nella pianura, in direzione sud. Ingresso nella regione del Damaraland, altro spicchio di selvaggia bellezza di questo immenso paese. Si sfiorano le mura di Fort Sesfontein, costruito dai tedeschi nel '900 durante la loro breve occupazione, e  si continua ancora a sud, sfruttando la pista facile. Visita alle testimonianze preistoriche del sito neolitico di Twyfelfontein, oggi patrimonio dell’Unesco, con i suoi graffiti e le sue pitture rupestri, per poi ripartire nella savana infinita, nuovamente lontani dai gruppi di turisti. Si arriva alla sabbia profonda del letto del fiume Ugab, secco in inverno, mostro d’acqua tonante in estate.  La sera, il ruggito del leone ed il coro degli sciacalli fanno da sottofondo alla magica notte africana.  Ed il mattino successivo, dopo una discesa vertiginosa che riporta sul fondo di un fiume, ci si dirige verso la costa, verso l’oceano. Si sbuca  sulla costa alla foce dell’Ugab River e la si segue a sud, lungo una strada di sale pressato liscia come un biliardo. Cape Cross, dove sbarcò Diego Cao, primo europeo a toccare questa costa, è inimmaginabile: è come entrare fisicamente dentro un documentario naturalistico. La piu’ popolosa colonie di otarie di tutta la costa occidentale africana sta lì, ai vostri piedi! E poi ancora a sud, fino a raggiungere la città di Swakopmund, con le sue case in stile bavarese, attorniata dalle dune. Pernottamenti al campo nel Damaraland e poi pernottamento in guesthouse a Swakopmund.

11° giorno: WALWIS BAY & SWAKOPMUND 

Dopo colazione, la mattina è dedicata alla visita della laguna di Walwis Bay: situata a 30 Km a sud di Swakopmund, questa cittadina commerciale è il solo porto naturale della Namibia. Una lunga lingua di sabbia che nasce dal deserto e penetra nell’oceano formando un approdo sicuro in una laguna che è rifugio, oltre che di attività umane, di una discreta fauna (otarie, pellicani, gabbiani, cormorani e fenicotteri). Dopo una visita anche all’area delle saline si rientra a Swakopmund intorno all’ora di pranzo. Il resto della giornata sarà a disposizione per attività individuali come la visita della cittadina e lo shopping oppure si potrà prendere parte alle tante attività facoltative che la località offre. Escursioni in barca, a cavallo, in bici, a piedi o in mongolfiera.  Percorsi sulle dune in quad oppure col surf. La magia del sorvolo a bassa quota sul deserto del Namib o sulla Skeleton Coast più lontana, che mostra ancora qualche relitto di antichi naufragi. Rientro alla guesthouse.
 
12° giorno: SWAKOPMUND - DESERTO DEL NAMIB

Si lascia Swakopmund; non lontani dall’oceano, si arriva alla piana delle Welwitschia. Qui, le particolari condizioni micro-climatiche rendono possibile la vita di queste rarissime ed originali piante che possono arrivare, con una crescita lentissima, fino a 2.000 anni di vita. Il secolare lavoro erosivo del fiume Swakop offre un “paesaggio lunare” (o “Valle della Luna”), monumentale e arido panorama formato da un vasto sistema di canyon dalle ampie sfumature di colori. Il percorso offre interessanti vedute panoramiche sulla morfologia del territorio. Coseggiando il Namib Naukluft Park, si arriva nella regione a Sesriem, via Solitaire. Sistemazione in campeggio per la cena ed il pernottamento.

13° giorno: DUNE DI SOSSUSVLEI – SESRIEM CANYON 

L'intera giornata dedicata alla visita delle famose dune di Sossusvlei e del Sesriem Canyon. Il Namib è uno dei più antichi deserti della terra. Fu creato dalla fredda corrente del Benguela che scorre molto vicino alla riva e non solo resiste all'evaporazione, ma cattura qualsiasi umidità spinta verso la terra dall'oceano e dai venti che da tempo immemorabile vanno riducendo montagne e colline a sabbia fine o polvere. La parte centrale del Namib è un mare di sabbia caratterizzato da dune color albicocca, che possono raggiungere un'altezza di 300 metri. Orici, sprigbook e struzzi sono gli animali più visibili e poi ancora insetti ed uccelli, più raramente rettili; tutti hanno sviluppato mirabili tecniche di sopravvivenza adattando il proprio metabolismo ad un ambiente così estremo. Ci si addentra nel parco del Namib, percorrendo 60 chilometri di strada sterrata, in uno scenario fantastico di dune via via sempre più alte, dove i morbidi colori della sabbia contrastano con un cielo quasi sempre limpidissimo. Si lascia il minibus per proseguire con la navetta 4x4, che permette di raggiungere agevolmente Sossusvlei, grande bacino argilloso dove si forma un miracoloso lago (la presenza dell’acqua dipende dalla quantità di precipitazioni durante la stagione delle piogge) contornato da alte dune che si estendono a perdita d'occhio. Una bella passeggiata porta a Deadvlei, “il lago morto”, bianco e accecante come un miraggio, sovrastato dal “Big Papa” (la più alta duna della zona) che offre un emozionante scenario, quello che è, forse, il più bello e fotografato panorama della Namibia. Rientro al campeggio nel tardo pomeriggio, per la cena ed il pernottamento.

14° giorno: NAMIB DESERT - WINDHOEK - PARTENZA 

Dopo colazione, percorso di rientro verso la capitale passando lo Spreetshoogte Pass, dal quale si potrà ammirare uno spettacolare panorama.  Arrivo all'aeroporto di Windhoek e partenza col volo di rientro.


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