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SUDAN: BERENICE PANCRISIA E BIR NURAYET

Durata: 18 giorni / 17 notti (dall'Italia)
Sistemazioni: confortevoli tende, tavoli e sedie durante i pasti, frigo-congelatore per meglio conservare il cibo
Trasporto: 4x4 (3 passeggeri per veicolo)


Il viaggio:


1° giorno: ITALIA - KHARTOUM        

Partenza dall’Italia con volo di linea diretto a Khartoum. In tarda serata, proseguimento per Khartoum.

2° giorno: KHARTOUM - NAGA

Arrivo a Khartoum la mattina presto. Incontro con il nostro staff, sistemazione in hotel. Camera a disposizione sino alle ore 12h00. Prima colazione inclusa. Mattinata a disposizione per riposare e per fare eventuali visite individuali della città. Questa caotica città giace lungo la riva del fiume Nilo Azzurro, e va a formare un enorme triangolo, di cui il vertice è situato alla confluenza dei due fiumi Nilo, il Nilo Bianco sul lato occidentale, e quello Azzurro situato ad est. Di particolare interesse il Museo Archeologico di Khartoum. Pranzo libero. Nel primo pomeriggio, partenza in direzione di Naga. Nei pressi di un pozzo, ancora oggi utilizzato dai nomadi, ed ai piedi di una montagna tabulare, si raggiungono i resti della città di Naga. Concentrazione templare di età medio-tardo meroitica, composta di due distinti complessi: uno ad occidente del pozzo di Naga (che dà il nome al luogo), dedicato alla divinità Apedemak, un dio venerato in Nubia, dalla testa leonina; l’altro, ad oriente dello stesso pozzo, dedicato alla suprema divinità nilotica, Ammon. Il complesso in onore di Apedemak consta di due differenti costruzioni: la maggiore, parzialmente restaurata dai tecnici del museo di Berlino, è un classico tempio nubiano a pilone, ricchissimo di bassorilievi su tutte le pareti, di una bellezza sublime. La seconda costruzione è un esemplare unico in tutto il Sudan, un piccolo tempio dalle caratteristiche architettoniche di chiara matrice ellenistica, come si evince dalle forme dei capitelli, dalla linea dei colonnati e dalle splendide arcate finemente lavorate. Cena e pernottamento al campo.

3° giorno: MUSSAWWARAT - MEROE

Con una pista si raggiunge Mussawwarat. Qui innumerevoli sono le rappresentazioni dell’Elefante, tanto da supporre che questo animale abbia avuto un ruolo molto importante durante il periodo meroitico. Una delle tante teorie degli archeologi è che questo fantastico luogo potrebbe essere stato il centro di allevamento di elefanti da guerra che venivano poi esportati in Egitto. Altri sostengono invece che questo luogo, fosse un complesso religioso o addirittura centro i pellegrinaggi. Visita del grande complesso detto appunto “dell’Elefante”. Il tempio vero e proprio si erge a nord e una rampa conduce al colonnato esterno in cui si può ammirare la statua raffigurante il pachiderma che dà il nome all’edificio, restaurato dagli archeologi tedeschi nella prima metà del Novecento. Percorrendo una piana desertica, dalle tenui sfumature color pastello, sullo sfondo, spicca una collina dal profilo seghettato: sono le superbe piramidi della Necropoli reale di Meroe. SI tratta del suggestivo luogo di sepoltura dei sovrani dell’antico regno dei Kush, costruito un tempo da oltre 40 piramidi, alcune delle quali perfettamente conservate. In realtà i gruppi di piramidi sono due e vengono chiamati cimitero nord e cimitero sud secondo la dislocazione. Il gruppo sud è il più antico, mentre il cimitero nord, era quello più “esclusivo”; le 44 tombe, escluse sei, appartengono a re o principi ereditari. Le personalità di rango inferiore venivano sepolte in un cimitero più a ovest, nella piana verso il Nilo. La visita continua alla volta della Royal City: si tratta di un’area di circa quattromila metri quadrati. L’edificio più grande della città era rappresentato dal tempio di Ammon. Una seconda costruzione sacra, si scorge su una piccola altura, con alcune colonne ancora svettanti verso il cielo: è stata battezzata dagli archeologi “la casa di Augusto”, in quanto nei suoi pressi venne rilevato un busto raffigurante appunto l’imperatore romano. Si trattava in realtà di una costruzione religiosa: in realtà, la casa di Augusto era un tempio celebrativo, sorto in seguito alle spedizioni delle Candaci verso nord, nella regione di File, contro le legioni romane. Pranzo a picnic, cena e pernottamento al campo.

4° 5° e 6° GIORNO: DESERTO NUBIANO - BIR NURAYET - CRATERE DI ONIB

Intraprenderemo la via del deserto Nubiano, che nella parte nord ovvero nella zona di Berenice, è prevalentemente montagnoso con grandi ouadi ricchi di vegetazione, intorno ai quali, è possibile fare piacevoli incontri vista la presenza dei nomadi Bisharin nei pressi dei pozzi. Strada facendo, all’interno di questa zona, mutano le proporzioni, le distanze e i colori.

IL 24 OTTOBRE 2014 SOSTA A BIR NURAYET, sito ricco di incisioni rupestri, parte delle quali sono state scoperte da una squadra di archeologi Polacchi. Siamo stati i primi viaggiatori ad esplorare la zona per visitare interamente il sito.

Si prosegue per raggiungere lo spettacolare cratere di Onib. Esiste un unico accesso, lungo un grande ouadi alberato, che permette l’ingresso al cratere vero e proprio. Anche in questo luogo meraviglioso, sono possibili incontri al pozzo con i nomadi Beja, dalle caratteristiche acconciature.

Il Sudan, con una popolazione di circa 40 milioni di abitanti, è uno degli stati meno densamente popolati dell’Africa. Decine di gruppi etnici, ognuno con un proprio dialetto, compongono un mosaico tra i più compositi del continente. In Nubia, accanto ai sedentari della valle del Nilo, altri gruppi vivono nelle vaste distese desertiche. Tra questi vi sono in Beja, una tra le etnie più antiche. Da tempo islamizzati, i Beja hanno mantenuto costumi e riti del lontano passato. Questo popolo di pastori si considera ancora padrone del deserto nubiano. Feroci e temutissimi, gli antenati degli odierni Beja per secoli portarono a termine rapide incursioni nella valle del Nilo. I Beja oggi sono circa trecentomila, divisi in gruppi culturalmente simili, ma con un diverso grado di islamizzazione: gli ababdeh, gli adendoa, gli amarar, i bisharin e i beni hamer.

Sempre all’interno del cratere vi è un cimitero con grandi tombe circolari, i cui ingressi sono orientati verso est, ovvero verso il punto in cui sorge il sole, proprio come da tradizione dei faraoni neri. Questa visita regala la scoperta di un fantastico mondo minerale dai colori forti e contrastanti, adagiati in un paesaggio davvero unico. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo.

7° e 8° GIORNO: BERENICE PANCRISIA

Dopo aver percorso la vasta regione desertica che i testi egizi chiamavano Wawat e dalla quale secondo gli “Annali” di Tutmosis III, proveniva la maggior parte dell’oro estratto per la gloria e la potenza dei faraoni, ecco apparire la “città fantasma”, Berenice, di cui tanto si parlava a khartoum già durante il periodo di Gordon Pascià. Perché città fantasma ? Perché proprio ai tempi di Gordon, si narra che un aprite, ovvero un genio malizioso, suo geloso custode, faceva sparire la città agli occhi di coloro che l’avevano vista per la prima volta. Berenice Pancrisia si compone di un vasto insediamento abitativo situato sul lato est, e di costruzioni sparse che interessano per circa un chilometro e mezzo entrambe le sponde dell’Allaqi. Le più recenti sono state edificate con schegge di scisto a frattura naturale, le più antiche invece, con blocchi di granito grossolanamente squadrati. Berenice Pancrisia, una città estremamente complessa ed affascinante, che gli scavi archeologici sanno lentamente inquadrando storicamente, e riportandola a nuova splendente vita. Pranzi a cincin, cene e pernottamenti al campo.

9° e 10° GIORNO: FORT MURRAT – UMM NABARI

Dopo la meravigliosa esperienza della “città tutta d’oro”, il viaggio prosegue. Si arriva a Fort Murrat, incuneato tra le montagne. Ci si trova davanti , anche se in piccola scala, a quanto visto a Berenice, ovvero un insediamento presidiato da una roccaforte nella quale si custodiva l’oro, quell’oro estratto fino agli inizi del novecento nelle miniere di Umm Nabari. Le miniere, disseminate tra le montagne dell’antica Nubia, e sfruttate sin dai tempi delle prime dinastie dei faraoni egizi, testimonianza per l’appunto dell’infinita ricchezza di questa regione. Sono state recentemente trovate delle testimonianze sotto forma di incisioni rupestri e steli lungo le vie carovaniere che rappresentano e narrano la presenza degli egizi che estraevano l’oro e lo trasportavano con le carovane attraversando il duro e pericoloso deserto, in direzione del lago Nasser. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo.

11° GIORNO: STAZIONE N.6 – DESERTO NUBIANO

Lasciate le montagne del deserto nubiano, si percorre una via carovaniera, per poi incontrare l’antica linea ferroviaria Wadi halfa-khartoum costruita al tempo della colonizzazione inglese. Arrivo alla mitica stazione nr. 6. Le poche costruzioni sudanesi che compongono il nucleo della Stazione nr. 6, in aggiunta all’impianto originariamente realizzato dai coloni britannici, hanno tutte i tetti a curiosa forma di tronco di cono e si raccolgono vicine al posto di controllo e alla biglietteria proprio a ridosso dei binari, due esili lamine grigie che, parallele a stento, scompaiono nel nulla dell’infinito orizzonte perdendosi tra le sabbie del deserto. Attraversiamo una vasta landa desertica, che in questo tratto é caratterizzata dalle formazioni di granito e da picchi di roccia isolati. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo.

12°-13°-14°GIORNO: SOLEB - KERMA

Un’altra giornata ricca di “scoperte”Il tempio di Soleb sorge a circa 600 km a meridione di Assuan, eretto in onore del faraone Amenophi III, sulle rovine di un tempio preesistente. Questo, in seguito ad un’impegnativa campagna di recupero dell’area, è sicuramente considerato il miglior reperto rintracciabile in Sudan risalente all’epoca dell’Egitto faraonico. ll tempio conobbe varie fasi distinte. Nei pressi dell’area templare sono state ritrovate delle sepolture sovrastate da piccolissime piramidi cuspidate. Proseguimento passando tra bellissimi e caratteristici villaggi nubiani, e arrivo al sito archeologico di Kerma. Dal punto di vista prettamente archeologico, Kerma è la sede del più antico regno kushiti, antecedente alla stessa civiltà egizia (3000 a.C.) La cosiddetta “cultura Kerma”, è qui rappresentata da due importantissimi siti: le “Deffufa” e la città vera e propria. Le due Duffufa, parola araba che significa costruzione di mattoni, sono due colossali edifici di mattoni in malta cruda ai quali la scienza moderna non ha ancora saputo attribuire una funzione precisa. La mancanza di una forma di scrittura complica gli studi, che procedono esclusivamente per ipotesi. La Deffufa est raccoglie intorno a sé un’area cimiteriale immensa, con grandi tumuli regali dai quali sono stati estratti centinaia di scheletri umani (in una sola tomba addirittura quattrocento!), vittime sacrificali in onore dei defunti monarchi. Intorno a Deffufa ovest invece, gli archeologi hanno parzialmente ricostruito le vestigia delle mura di strane costruzioni ellittiche e semicircolari, che viste dall’alto del monumento centrale, regalano una panoramica suggestiva. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo. 

15° e 16 ° GIORNO: OLD DONGOLA – EL KURRU – JEBEL BARKAL

Si raggiunge Old Dongola, capitale del regno cristiano di Makurja, nato dalla fusione di due precedenti regioni, quello di Makurja e quello di Noboadia. Per circa un millennio il regno copto fiorì sull’ansa meridionale del Nilo, interagendo con gli imperi circostanti. I reperti attualmente visibili sono stati riportati alla luce intorno al 1960. L’edificio che dalla collina domina l’area venne utilizzato fino alle invasioni arabe. Intorno al 1500 il cristianesimo in Nubia si estinse totalmente e la regione cadde sotto la sfera di influenza islamica per rimanervi fino ai giorni nostri. Il percorso continua, snodandosi tra morbide dune a barcana, che avvolgono le oasi circostanti: arrivo a El Kurru e visita della necropoli dell’antica capitale napatea. Due sono le tombe regali visitabili. La tomba del faraone Tantamani, riccamente decorata da preziosi dipinti raffiguranti le divinità dell’olimpo egizio ed il re (impressionanti le volte simboleggianti in cielo stellato). Anche nella tomba della regina si susseguono le raffigurazioni delle divinità. La rappresentazione della regina prona, sul letto regale, è una raffigurazione unica lungo la valle del Nilo. Si riparte con le vetture fuoristrada alla volta del Jebel Barkal, la “montagna sacra”, visione possente e di pura forza, centro religioso per eccellenza ai tempi della XXV dinastia dei faraoni, tra il X e il XIII secolo. La costruzione più importante è il tempio di Amon, che per circa 1900 anni fu il più importante santuario di tutto il sud. Per l’intera lunghezza del viale una doppia fila di arieti in granito, rappresentanti il sacro Ariete (Amon), dava un senso di regalità e sacralità al complesso (purtroppo ne sono arrivati ai giorni nostri soltanto 4). A lato della montagna si innalzano alcune piramidi dal profilo molto slanciato e perfettamente conservate che rappresentano tutt’ora un grande dilemma per gli archeologi, in quanto non si riesce a stabilire con chiarezza da chi siano state edificate. Pranzi a picnic, cene e pernottamenti al campo.

17° GIORNO: KHARTOUM

Percorso di rientro verso la capitale, dove l’arrivo è previsto nel primo pomeriggio. Tappa al suk di Omdurman per eventuali acquisti e arrivo a Khartoum nel pomeriggio. Sistemazione in hotel, le camere sono a disposizione in attesa del trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia. Pranzo a picnic. Cena esclusa.

18° GIORNO: PARTENZA COL VOLO DI RIENTRO

Intorno alle ore 01h00, trasferimento in aeroporto e partenza col volo di rientro in Italia, dove l’arrivo è previsto in mattinata.



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